Nel corso dei prossimi giorni il caldo andrà ulteriormente a intensificarsi sull'Italia, soprattutto sulle regioni del Centro-Nord. La calura sarà accompagnata da elevati valori di umidità relativa.
Ormai ne parlavamo da diversi giorni. Buona parte dei Paesi dell’Europa centro-occidentale, nei prossimi giorni, si prepareranno ad affrontare una significativa ondata di calore, che oltre ad essere molto intensa per il periodo, è anche particolarmente estesa.
Questo fenomeno avrà un impatto significativo anche sull’Italia, dove si attendono temperature ben al di sopra delle medie stagionali e condizioni di afa marcata, specialmente nelle regioni centro-settentrionali e occidentali.
La formazione di questa struttura barica è legata a un’anomalia della circolazione atmosferica su scala sinottica. Un robusto anticiclone di origine subtropicale, alimentato da masse d’aria calda provenienti dal deserto del Sahara, si espanderà verso nord, sospinto da una configurazione favorevole del getto polare.
Quest’ultimo, indebolito e spostato verso latitudini più settentrionali, consentirà all’anticiclone africano di allungarsi in senso meridiano, creando un vero e proprio “ponte” di alta pressione tra il Nord Africa e la Scandinavia.
Analisi modellistiche, basate su dati forniti dai principali centri di calcolo come ECMWF (European Centre for Medium-Range Weather Forecasts) e GFS (Global Forecast System), indicano che l’asse del promontorio si stabilizzerà lungo un corridoio che attraverserà il Marocco, la Spagna occidentale, la Francia, il Regno Unito e la Norvegia occidentale.
La pressione al livello del mare supererà localmente i 1030 hPa, segno anche di intense subsidenze (lenti moti discendenti), garantendo condizioni di estrema stabilità atmosferica.
Questo promontorio anticiclonico fungerà da “nastro trasportatore” per masse d’aria molto calda di origine subtropicale. Le isoterme a 850 hPa (circa 1500 metri di quota) raggiungeranno valori compresi tra +22°C e +24 °C su gran parte dell’Europa occidentale, con picchi prossimi ai +26 °C in alcune aree della Spagna meridionale e del Portogallo.
Il trasporto di aria calda sarà ulteriormente amplificato dall’effetto di compressione adiabatica associato alla subsidenza atmosferica tipica degli anticicloni.
L’aria, discendendo dai livelli superiori, si riscalderà per compressione, inibendo la formazione di nubi e favorendo un irraggiamento solare intenso. Inoltre, l’umidità relativa tenderà ad aumentare nelle aree costiere e nelle pianure, a causa dell’influenza di venti deboli e della stagnazione dell’aria, generando condizioni di disagio bioclimatico elevato.
L’Italia si troverà pienamente investita dagli effetti di questa struttura altopressoria. Le regioni più colpite saranno quelle centro-settentrionali e tirreniche, dove l’azione combinata del caldo e dell’umidità relativa elevata renderà il clima particolarmente opprimente.
Al Sud e in Sicilia, malgrado l’influenza di venti settentrionali al suolo, le temperature si manterranno sempre su valori elevati, ma senza troppo eccessi. Anche qui, pero, si farà sentire l’umidità relativa, che accrescerà l’effetto afa.
Un aspetto critico sarà l’assenza di ventilazione significativa, che favorirà l’accumulo di inquinanti nelle aree urbane e un aumento dell’indice di calore (Heat Index), parametro che quantifica il disagio percepito dall’organismo in condizioni di caldo e umidità elevati.
Inoltre, attorno i grandi centri urbani, il maggior accumulo di calore favorisce alte concentrazioni di ozono. Il forte riscaldamento solare innesca una serie di reazioni fotochimiche che determinano concentrazioni di ozono più elevate rispetto al livello naturale.
Va detto che queste concentrazioni sono influenzate da diverse variabili meteorologiche, come l'intensità della radiazione solare, la temperatura, la direzione e la velocità del vento.
Questa ondata di calore, che si protrarrà almeno fino all’inizio della prossima settimana, rappresenta un episodio importante per il mese di giugno.
Configurazioni sinottiche di questo tipo, con anticicloni subtropicali che si spingono verso latitudini insolitamente settentrionali, sono diventate più frequenti negli ultimi decenni, come evidenziato da studi pubblicati su riviste scientifiche come Nature Climate Change.
L’amplificazione delle onde planetarie (onde di Rossby) e il rallentamento del getto polare, fenomeni associati al riscaldamento globale, giocano un ruolo chiave in questi eventi, sempre più frequenti e duraturi rispetto la climatologia del Novecento.